Igiene E Prevenzione

I Collutori Non Sono Tutti Uguali

I Collutori Non Sono Tutti UgualiPer poter scegliere consapevolmente di fronte alla vasta gamma di collutori che oggi il mercato ci presenta dobbiamo innanzitutto chiederci quale sia la nostra personale necessità, dopodiché individuare il prodotto che la può soddisfare.

Per saperlo é necessario conoscere i piú comuni principi attivi presenti nei collutori.

La prima grande distinzione é tra collutori che possono essere gestiti dal paziente e collutori che necessitano di prescrizione medica.

Trattandosi di una preparazione farmacologica a tutti gli effetti, i collutori a base di clorexidina devono essere utilizzati correttamente, rispettando appieno le dosi prescritte/consigliate dal medico e la durata della cura.

Le proprietà antibatteriche, clinicamente confermate, rendono la clorexidina un principio attivo ideale per la preparazione di collutori che trovano largo impiego nella prevenzione d’infezioni dentali dopo un intervento dentistico (ad esempio un’estrazione dentale) e nella cura di gengiviti ed altri tipi d’infiammazione nel cavo orale (concentrazione 0.2%-0,12%). A concentrazioni inferiori, i collutori alla clorexidina (0.05%) possono essere utilizzati per combattere l’alitosi, compresa la sua forma patologica.

Pur non richiedendo prescrizione medica obbligatoria, l’utilizzo di collutori alla clorexidina dovrebbe avvenire sempre previo consiglio di un medico o di un esperto in materia. Un dosaggio eccessivo di farmaco (assunto sottoforma di sciacqui orali) od una durata della terapia inadatta per il proprio disturbo potrebbero infatti comportare rischi ed effetti collaterali anche gravi.

I collutori che possono essere più facilmente scelti dal paziente sono quelli che contribuiscono a gestire problematiche quali l’ipersensibilitá dentinale, la cariorecettività (cioé la predisposizione dei denti ad essere attaccati dalla carie) e l’alitosi.

L’ipersensibilitá dentinale

L’ipersensibilità dentinale è quella sensazione di fastidio, e a volte dolore, provocata dall’esposizione dei denti a stimoli fisici (caldo e freddo), chimici e osmotici (dolce e salato), e meccanici (il contatto con lo spazzolino).

Traumi cronici quali attrito, abrasione ed erosione a carico di elementi dentari vitali possono rimuovere in alcuni punti lo smalto o il cemento che normalmente proteggono la dentina provocando l’apertura dei tubuli dentinali ed il conseguente contatto tra ambiente orale e tessuto pulpare. Quest’ultimo infatti é ricco di fibre nervose.

Le cause possono essere patologiche:

  • Carie incipiente o avanzata (a seconda della soglia di sensibilità del paziente)
  • Incrinatura del dente (a causa di un trauma maggiore o di microtraumi ripetuti)
  • Retrazione gengivale da infiammazione gengivale

Oppure non patologiche:

  • Retrazione gengivale da spazzolamento troppo aggressivo e tecnicamente scorretto
  • Uso di dentifrici ad elevato indice di abrasivitá (prodotti sbiancanti)
  • Presenza di sostanze acide di origine endogena (reflusso gastrico) o esogena (cibi o bevande quali coca-cola, spremute di agrumi) presenti in modo persistente nel cavo orale

Abitudini viziate quali digrignamento o serramento dei denti

Quando le cause non sono di origine patologica, le sostanze in grado di diminuire l’ipersensibilità dentinale sono il fluoro associato a potenti desensibilizzanti come cloruro di stronzio, nitrato di potassio e zinco citrato. Alcuni dentifrici al fluoro, specifici per denti sensibili, si trovano in forma di gel, da spalmare due o tre volte al giorno sulla dentatura senza sciacquare. In presenza di denti sensibili risultano potenzialmente utili anche dentifrici o collutori a base di idrossiapatite.

Queste sostanze sono in grado di occludere i tubuli dentinali e impedire quindi il contatto tra ambiente esterno e polpa dentaria.

Cariorecettivitá

Non tutti i pazienti sono ugualmente soggetti alla carie dentale. Questo dipende certamente da fattori esogeni quali:

  • Corretta igiene orale
  • Corrette abitudini alimentari
  • Dieta povera di zuccheri semplici e complessi (carboidrati)
  • Dieta che non contempla spuntini frequenti

Ci possono essere tuttavia fattori genetici che riguardano la composizione dello smalto che non possono essere modificati, pertanto la sostanza principale che puó aiutare il paziente a tenere sotto controllo la comparsa della carie é il fluoro.

Il fluoro é presente nel nostro organismo e agisce durante la formazione delle ossa e dei denti. A livello dentario il fluoro interviene nella mineralizzazione dello smalto durante la dentizione del bambino, rendendo i denti resistenti e duri.

Durante questo processo di mineralizzazione, in cui si costituisce lo smalto dentario, il fluoro forma la fluoriapatite, un minerale molto più resistente all’attacco degli acidi che si creano nella bocca dopo aver mangiato.

Gli acidi prodotti, infatti, favoriscono la demineralizzazione dello smalto dentario, poiché provocano la disgregazione dei minerali in esso contenuti, ma la presenza di fluoroapatite è una difesa davvero efficace contro questo attacco. In età adulta, il fluoro aiuta la remineralizzazione dello smalto, che subisce continue aggressioni da parte degli acidi, e riduce, inoltre, la formazione della placca, inibendo il metabolismo batterico che ne è la causa.

Il fluoro é una sostanza fondamentale per il nostro organismo che agisce a livello sistemico fin dalla tenera etá. Esso é contenuto nell’acqua e in molti cibi.

Con una sana alimentazione sembra che sia garantita una equilibrata presenza di fluoro nel nostro organismo: é per questo che la fluoro profilassi, cioé l’assunzione aggiuntiva di fluoro sistemico, è controversa e deve essere valutata da un medico nel singolo caso. Una assunzione sistemica eccessiva di fluoro puó essere infatti molto pericolosa.

Nel nostro caso peró stiamo parlando di assunzione locale di fluoro in quanto il collutorio é una sostanza che non deve essere ingerita. 
Questo minerale può essere assunto anche attraverso i dentifrici, che hanno diverse concentrazioni da utilizzarsi in base all’età.

In particolare, vi sono prodotti indicati per bambini da 0 a 6 anni (con un contenuto di fluoro di 500 ppm, cioè parti per milione), da 6 a 12 anni (1000 ppm) e per adulti (1500 ppm).

Però, poiché i più piccoli hanno sempre la tendenza a inghiottire parte del dentifricio con cui si lavano i denti, i genitori devono controllare che l’ingestione di fluoro non diventi incontrollata e, quindi, nociva!

Alitosi

Il cattivo odore che l’alito talvolta assume puó essere dovuto a problematiche puramente dentarie quali:

  • Placca batterica
  • Carie
  • Infezioni dentali o gengivali

Oppure a problematiche gastriche:

  • Cattiva digestione
  • Reflusso gastrico

Esclusa la presenza di patologie dentarie, il paziente puó gestire il problema aiutandosi con collutori a base di oli essenziali.

Questi hanno un ottimo potere battericida anche se limitato se si considerano le concentrazioni utilizzabili nei comuni collutori ma soprattutto rendono piú difficile l’adesione della placca batterica allo smalto formando una pellicola protettiva sui denti.

Gli oli essenziali sono spesso aggiunti ai collutori per l’azione rinfrescante e leggermente anestetica. Un ingrediente universalmente impiegato è l’olio essenziale di menta piperita, insieme al mentolo ed al timolo.

Altri oli essenziali di comune riscontro nei collutori sono quelli di salvia, limone, anice, cannella, garofano e mirra.

In conclusione possiamo dire che l’utilizzo responsabile di questi prodotti passa innanzitutto dalla consapevolezza che solo una visita dal dentista puó escludere patologie che possono essere la causa del nostro malessere.

Spesso le malattie del cavo orale infatti non guariscono con il tempo come puó succedere per piccole escoriazioni o infiammazioni della pelle o di altre zone del nostro corpo. Malattie come la carie e la gengivite sono di tipo degenerativo e solo uno specialista puó curarle.

Inoltre il consiglio di un esperto ci puó essere utile per quanto riguarda le novitá in ambito di ricerca e prodotto per essere sicuri di scegliere quello al momento piú performante in commercio.